Venerdì 3 settembre il master in Design, creatività e pratiche sociali del Politecnico di Milano, gestito da POLI.design in collaborazione con Accademia Unidee – Fondazione Pistoletto, organizza l’annuale dialogo sull’idea di “prosperità sostenibile”, cuore del master. Quest’anno il dialogo proverà a esplorare le prospettive della prosperità sostenibile in tre ambiti rilevanti: l’innovazione sociale a base culturale, che osserviamo insieme a Pier Luigi Sacco nel grande numero di progetti diffusi ovunque in Italia e soprattutto nelle aree interne; la dimensione competitiva della coesione, che con Domenico Sturabotti definiamo come carattere di novità del fare impresa che amplia il concetto di “qualità”; la “felicità pubblica” che studiamo insieme a Luca Streri come carattere dell’economia civile. La lecture e il dialogo verranno eccezionalmente aperti al pubblico.
Nell’epoca del fallimento del mito della crescita, nell’accelerazione dei processi di disuguaglianza sociale e ingiustizia climatica che anche la pandemia ha messo in evidenza, la proposta dello sviluppo sostenibile è una risposta auspicata da grandi e piccole istituzioni e sempre più praticata da individui e organizzazioni.
Tuttavia l’idea positivista di “sviluppo” è ancora problematica, almeno da quando si sono intravisti i “limiti” di un modello che aspira a garantire una condizione di benessere incrementale, e diverse sono le risposte che tanto la letteratura quanto le Istituzioni mondiali hanno tentato di offrire. Da un lato, la proposta dell’ONU di raggiungere degli “obiettivi” di sviluppo, includendo non solo aspetti ambientali ma anche sociali, politici ed economici, ammettendo naturalmente la difficoltà a combinare aspetti diversi e spesso confliggenti. Dall’altro, l’auspicio a una “decrescita” più o meno felice, promossa da straordinari intellettuali del Novecento, che tuttavia accoglie anche importanti critiche sia dal mondo imprenditoriale sia da quello accademico. Dall’altro ancora, un modello accelerazionista che promuove lo sviluppo delle tecnologie e dell’automazione per costruire una società più equa e un mondo più sostenibile.
Con il concetto di “prosperità sostenibile” pare interessante provare a ragionare su un diverso modello, che sostituisca alla “crescita a ogni costo” un’alternativa in grado di accogliere tanto le istanze degli obiettivi di sviluppo che il paradigma di decrescita e l’ambizione all’automazione tecnologica. Una “prosperità” che ha a che fare anzitutto con la ricerca di un nuovo equilibrio, in grado di mutare in base al mutare della realtà e dei luoghi. Che mira a modificare gli stili di vita e le esistenze individuali e collettive. Capace di cambiare il modo in cui produzione di ricchezza e inclusione sono collegate. In grado di garantire le stesse condizioni anche alle generazioni future.
Prospettive di questo modello di prosperità sostenibile le osserviamo nelle comunità diffuse delle aree interne, che riprendono in mano un diverso statuto dei luoghi avviando processi di innovazione sociale a base culturale di grande impatto. Ma che troviamo anche nelle imprese, caratterizzate da un profondo ripensamento del concetto di “qualità”, ampliato ormai alla dimensione relazionale e di connessione con il territorio. A tal punto da fare di questa intenzionale coesione orizzontale e spaziale un elemento competitivo determinante. Una prosperità, infine, che si confronta con l’economia civile, e che mira a riconnettere l’economia con la società, ripensando al concetto di felicità pubblica.
PROGRAMMA
15.00 introduzione a cura di Marina Parente e Michele Cerruti But
15.20 saluti di Paolo Naldini, direttore della Fondazione Pistoletto
15.30 Domenico Sturabotti, direttore di Symbola Fondazione per le Qualità Italiane – “Coesione e competizione”
16.00 Pier Luigi Sacco, Professore di Economia della cultura – “Innovazione sociale a base culturale”
16.30 Luca Streri, fondatore di Semi Onlus International e del movimento Mezzopieno – “Felicità pubblica”
17.00 break
17.15 dibattito
18.00 chiusura e saluti
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L’evento è organizzato dal master in Design, creatività e pratiche sociali. Prosperità sostenibile per le organizzazioni, il percorso formativo che, nato dalla collaborazione tra POLI.design – Politecnico di Milano e Accademia Unidee – Fondazione Pistoletto, fornisce un approccio innovativo che integra le tecniche e l’approccio del design alle “sensibilità” dell’arte per declinare l’impegno sociale e ambientale in una professione.
Il programma si propone di formare professionisti capaci di ideare e gestire progetti che creino valore per le organizzazioni pubbliche e private di cui fanno parte.
Tre giorni per esplorare le connessioni fra discipline progettuali, creatività e tecnologie emergenti: POLI.design è partner dei Digital Design Days 2024, festival che si terrà Milano dal 6 all’8 ottobre.
Evento
UX Talk #37 – Progettare l’esperienza utente nel settore pubblico